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Gestione patrimoni immobiliari pubblici, il Manifesto delle imprese del settore

Semplificazione delle norme, riduzione dei costi per le imprese nelle procedure di gara e maggior riconoscimento della qualità rispetto al prezzo da parte delle stazioni appaltanti.

Le principali Associazioni del settore dei servizi di Facility Management – Afidamp, Assistal, Confcooperative, Fise Anip, Fnip, Legacoop Servizi – con il supporto scientifico di PATRIMONI PA net, hanno lanciato il “Manifesto del mercato dei servizi per i patrimoni immobiliari e urbani pubblici”, con cui chiedono al Governo ed al Parlamento che il nuovo Codice degli Appalti, che scaturirà dal Disegno di Legge per il recepimento delle Direttive Europee sugli Appalti attualmente in discussione alla VIII Commissione del Senato, sia davvero lo strumento che sblocchi la situazione attuale, permettendo alle PA di manutenere, mettere in sicurezza e rendere efficiente il patrimonio immobiliare e urbano pubblico del nostro Paese.

I PUNTI DEL MANIFESTO. Secondo il Manifesto, il processo di recepimento delle nuove Direttive Europee (“Direttiva Appalti” 2014/24/UE, “Direttiva Concessioni” 23/2014/UE, “Direttiva Utilities” 25/2014/UE) deve rispondere ad esigenze trasversali e comuni, quali:

– la semplificazione delle norme e delle procedure;

– la dematerializzazione dei processi di affidamento dei contratti pubblici;

– l’omogeneizzazione dei comportamenti delle stazioni appaltanti e la loro qualificazione;

– la massima apertura del mercato alle PMI come previsto dallo “Small Business Act”.

Ma deve altresì rispondere a peculiari esigenze del comparto dei servizi pubblici, quali:

1. la regolamentazione specifica della programmazione e della progettazione;

2. la corretta qualificazione degli appalti, con particolare riguardo ai contratti misti e alla linea di demarcazione delle prestazioni costituenti “servizio” rispetto a quelle appartenenti ad altri comparti;

3. l’efficace classificazione dei servizi;

4. il criterio di aggiudicazione più confacente alle caratteristiche proprie delle attività oggetto di affidamento (offerta economicamente più vantaggiosa);

5. la valorizzazione degli aspetti reputazionali e di esperienza delle imprese;

6. la più corretta tutela del lavoro (connessione dell’affidamento al pertinente CCNL), dell’occupazione e della sicurezza sui luoghi di lavoro, nonché dell’ambiente e del territorio;

7. l’efficace ed attendibile verifica dell’anomalia delle offerte, da svolgere sulla base di elementi di costo oggettivi e verificando l’effettiva compatibilità tra componente qualitativa (offerta tecnica) e componente quantitativa (offerta economica) delle offerte;

8. l’incentivazione del pagamento diretto delle imprese subappaltatrici;

9. l’utilizzo degli strumenti di flessibilità messi a disposizione dalle Direttive Europee nella fase di gestione dei contratti di appalto nel rispetto della certezza dell’oggetto degli stessi e della parità di trattamento degli operatori economici.

COMPARTO IN COSTANTE CRESCITA. Il comparto dei servizi di “Facility Management” per la gestione e la valorizzazione dei patrimoni immobiliari e urbani delle PA (manutenzione, pulizia, igiene ambientale, energia, security, logistica, ecc.), cui appartengono migliaia di PMI e diversi grandi operatori, rappresenta un settore economico in continua e costante crescita (+ 10,4% nel solo 2012), con un impatto enorme in termini occupazionali (2,5 milioni di occupati potenziali). Numeri importanti che potrebbero crescere ulteriormente se il Paese adottasse politiche ad hoc volte alla “riqualificazione” del patrimonio pubblico esistente: un impegno concreto per il “green building” potrebbe generare 400.000 posti di lavoro e portare ad un risparmio di 1,2 mld l’anno di spesa di consumi energetici per la PA.

 

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